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Cesare Breveglieri nacque a Milano il 12 marzo 1902. In gioventù ebbe diverse esperienze lavorative (maestro di scuola, impiegato, commesso viaggiatore), ma seppe mantenere sempre viva la propria vocazione alla pittura finché, nel 1928, poté dedicarvisi interamente. Dal 1929 espose ogni anno alle Sindacali Lombarde. Nel 1930 vinse il pensionato della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, che gli permise un soggiorno di studio a Firenze, Roma e Parigi. Invitato dal 1931 alle quadriennali romane e dal 1932 alle biennali veneziane, vi espose costantemente.
Nel 1934, alla Biennale di Brera, vinse il Premio Fumagalli, e in quella del 1936 il Premio delle Corporazioni. Nel 1935 espose alla Mostra d’Arte Italiana a Budapest. Partecipò alla quinta Triennale milanese con l’affresco Olimpiade; nel 1937 alla quarta Quinquennale di Lecco ottenne il Premio del Paesaggio Lecchese. Nel 1939 gli fu assegnato il Premio Fornara. Tenne alla Galleria del Milione mostre personali nel 1938, 1943 e 1946.
Nel 1941 fu richiamato a prestare il servizio militare e fu assegnato al reparto sanitario. Fu congedato nel 1942, e nel 1943 ottenne il Premio del Partito Nazionale.
Fu immaturamente stroncato nel pieno della attività artistica da una grave malattia il 22 marzo 1948. Anche dopo la morte gli furono tributati numerosi riconoscimenti e la XXIV Biennale di Venezia dedicò una parete alle sue opere.
La collaborazione con la Rinascente ebbe inizio all’incirca nel 1937 quando Breveglieri era già un pittore conosciuto a Milano. La direzione de “La Famiglia Rinascente Upim” gli commissionò una serie di lavori riguardanti la moda femminile e maschile, di cui restano a testimonianza alcuni bozzetti. Nell’aprile del 1941 venne richiamato a prestare il servizio militare nella città di Bergamo e nel mese di maggio, in una lettera inviata alla moglie, scrisse di aver rinunciato all’incarico poiché la sua situazione di militare gli impediva di portare a termine il lavoro.
Oltre ai bozzetti appena citati, la selezione che qui si presenta comprende anche una serie di lettere de la Rinascente che testimoniano la felice collaborazione tra il pittore e il grande magazzino.
