GRAFICA E COMUNICAZIONE VISIVA lR

1950-1970

All’inizio di tutto c’è un marchio, una in minuscolo corsivo e una maiuscola, che insieme formano un pittogramma composto da due caratteri tipografici. Due caratteri di disegno formalmente in opposizione: il primo è un Bodoni corsivo, dunque leggero e aggraziato; il secondo è un Gill Sans, bastone nero e senza grazie. Entrambi sono trattati come oggetti formali e senza evidenza fonetica. Corrispondono a due mondi che si legano: uno è un segno di tradizione, che deriva da uno dei caratteri tipografici più familiari e conosciuti nella cultura italiana; l’altro è razionale e decisamente moderno, comunicativo, segnaletico e immediato. Segue, nella versione estesa del logotipo, il nome completo con le rimanenti minuscole in Futura. Tuttavia la iniziale, è leggermente maggiorata, come un capolettera, e si nota la lieve incurvatura nella gamba destra, un accenno che non è presente invece nel Futura e che dunque crea un lieve, ricercato scompenso. Nella , soprattutto, venendo meno la sua funzione fonetica, si rende ambigua e sottile l’identificazione e si esalta così la composizione da collage, che ritorna in origine anche nelle pagine di Giambattista Bodoni, con una sensibilità visiva che è giustamente stata riconosciuta modernamente come pop art

Luca Monica
(lR 100. Rinascente. Stories of Innovation)

Questo logo nasce dalla mano di Max Huber nel 1950 per la riapertura dei grandi magazzini la Rinascente, e fissa i principi essenziali dell’estetica comunicativa che da lì esploderà e si svilupperà attraverso un ipertesto di leve differenziate e in una ricca varietà espressiva, caratterizzando in maniera assolutamente individuata l’immagine de la Rinascente.

Il 1950 è un anno importante nella storia de la Rinascente. Si conclude un decennio di economia di guerra, di crisi, di ricostruzione. È il momento di ricominciare da capo, su nuovi presupposti di sviluppo, con un nuovo slancio, nel progetto ambizioso di dar forma e proporre al pubblico, non senza coraggio, un sorprendente universo di merci, immagini e cultura. Perché, riprendendo le parole di Rodolfo Francesconi nel suo testo Azienda come cultura, la Rinascente «non è stata solo un “tempio dei consumi”, ma una università sperimentale, una grande abbazia moderna dispensatrice di merci e cognizioni».

Merci nuove, spesso mai viste, talvolta provenienti dall’artigianato di altre nazioni, che invitano a nuovi stili di vita al cui centro vi è l’uomo, la sua misura e una nuova cadenza del suo tempo. Artefatti presentati e rappresentati con modalità originali. Un consumo di merci che è in realtà preceduto da un consumo di immagini e di prodotti della comunicazione. L’innovazione, l’apertura verso nuovi orizzonti che si avverte nelle differenziate offerte merceologiche, si riflette quasi inevitabilmente nelle soluzioni sperimentate nella comunicazione visiva in ambito pubblicitario e di promozione del marchio.

Negli anni seguenti verranno indagati i rapporti sociologici della comunicazione rispetto al mondo della progettazione, produzione e vendita delle merci, ma tutto questo sembra in un certo senso essere anticipato in modo molto più naturale e diretto dall’esperienza de la Rinascente.

È certo che una consapevolezza su questi aspetti semantici ed estetici della comunicazione (grafica, allestitiva, architettonica) fosse a un certo punto ben presente in Italia. Prova ne sarebbe il significativo allestimento della sezione introduttiva della XIII Triennale di Milano del 1964, dedicata ai Momenti di tempo libero, curata da Umberto Eco e allestita insieme a Vittorio Gregotti e Massimo Vignelli, con uso di iscrizioni grafiche al neon, proiezioni, merci. Tempo libero, al quale già oramai prepotentemente apparteneva lo shopping, anche nelle sue manifestazioni più ludiche, attrattive — e in un certo senso anche etiche — praticate da la Rinascente, soprattutto per la capacità di ricongiungere consapevolezza al rapporto sociale tra tempo del lavoro (nel progetto e nella produzione) e tempo del consumo (nell’esposizione).

La grafica italiana dell’immediato dopoguerra pone le sue basi sulle capacità artigianali e tecniche squisitamente artistiche che si formano nelle accademie d’arte – tanti dei grafici che hanno collaborato con la Rinascente si sono formati a Brera. E insieme a queste, riemergono altresì le sperimentazioni d’avanguardia precedenti la guerra (dal Futurismo in poi), ben dentro a una capacità figurativa della tradizione artistica italiana.

Forte è la compromissione del mondo grafico e illustrativo con le esperienze artistiche, basti pensare al ruolo di cerniera svolto dalle sperimentazioni di Bruno Munari, attivo a la Rinascente per alcuni allestimenti, o a grafici a tutto tondo, quali lo stesso Albe Steiner, sperimentatore in fotogrammi, come anche Franco Grignani e Luigi Veronesi.

Fa da sfondo una concezione artistica ben precisa: l’arte concreta, che proprio intorno al 1950 si impone in alcune importanti mostre collettive. Fra queste, l’esposizione che si tiene nel 1951 a Roma, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Arte astratta e concreta in Italia, con contributi nel catalogo di Giulio Carlo Argan, Ernesto Nathan Rogers, Enrico Prampolini, Gillo Dorfles, Achille Perilli, Bruno Alfieri, Bruno Munari e altri, architetti e artisti. Occasioni di riflessione che si pongono come aperta adesione a una concezione dell’arte moderna in tutte le sue forme della progettualità contemporanea, nel complesso segno della tradizione.

E ancora a Milano, lo stesso Munari sarà tra i fondatori nel 1948 del MAC, Movimento Arte Concreta, che in Italia riassume le pulsioni grafiche, scultoree, pittoriche, architettoniche di una corrente artistica e culturale di origine europea, iniziata col movimento De Stjil di Theo van Doesburg, proseguita alla Bauhaus, e il cui esponente di spicco sarà poi Max Bill, alla Scuola di Ulm, poi diretta da Tomás Maldonado (che si occuperà nel 1969 della segnaletica interna dei grandi magazzini la Rinascente e Upim).

Questa idea di sincretismo di arti parallele, che pervade la nascita e lo sviluppo di tutta la cultura artistica architettonica del Novecento, che estende le capacità di progetto a molteplici scale e coinvolge nell’architettura il design industriale e la grafica, ritorna anche nelle attività de la Rinascente.

Non sarà dunque inopportuno, a questo punto, ricordare che proprio la Rinascente, non a caso, istituisce nel 1954 il Premio Compasso d’Oro per l’Estetica del Prodotto, il più antico e autorevole riconoscimento nazionale e internazionale per il design.

È certo che in questo periodo alcuni studi di grafica si attrezzarono maggiormente riunendo personalità di grande talento. Basti pensare allo studio Unimark International, attivo tra il 1965 e il 1972, con le sue principali sedi a Chicago, New York e Milano, animato da Massimo Vignelli, Bob Noorda e più avanti da Salvatore Gregorietti; oppure ai più milanesi studi Boggeri (attivo dal 1933 al 1981) o CNPT (dal 1956 al 1965) con Giulio Confalonieri, Ilio Negri, Michele Provinciali e Pino Tovaglia. Tutti accomunati nell’esigenza di corrispondere all’imponente sviluppo tecnico del mercato di quegli anni, mantenendo la fondamentale impronta artigianale e di mestiere dei propri componenti, lottando con la forza del gusto, in opposizione al crescente sviluppo di agenzie pubblicitarie saldamente orientate ai rigidi principi del marketing, per le quali la componente grafica sarebbe risultata solo un tassello di un meccanismo del profitto, totalmente scollegato all’idea di responsabilità nella comunicazione (sociale, produttiva, ecc.).

Guardando alla grafica e agli allestimenti in Italia – nelle edizioni della Triennale, nelle fiere campionarie e di settore di Torino, Milano, Napoli ecc. – tra le due guerre vi fu una fase di grande capacità di realizzazione e sperimentazione, anche originale, nelle stesse compagini che ritroviamo anche nel dopoguerra, dall’Olivetti alla Pirelli e a la Rinascente, trainando poi un sistema anche di realtà minori, ma non per questo meno significative nell’espressione visiva. Dimostrazioni delle capacità tutte italiane di legare imprenditoria e cultura, per schematizzare il complesso rapporto che vi fu tra istanza sociale, educazione estetica e sviluppo tecnologico e industriale.

Di fatto, dal 1950, cominciano due decenni d’oro per la Rinascente. Anche in fatto di grafica e di comunicazione visiva più in generale. L’Ufficio pubblicità e comunicazione situato al settimo piano dell’edificio in Piazza del Duomo a Milano, in stretta contiguità quindi con la vendita delle merci, diviene un ambiente professionale particolarmente ambito per designer, grafici e addetti ai lavori della comunicazione, italiani e stranieri; quasi una tappa obbligata, perché, chi non passava per la Rinascente in quegli anni, in definitiva, non era nessuno.

Il grande magazzino attira così grandi personalità, alcune già affermate altre promettenti, formando e dotandosi di un gruppo di lavoro dove competenze e maestrie complementari interagiscono in sinergia. In quegli spazi si respira grande libertà, e nell’aria vi è la consapevolezza per tutti di partecipare a un grande movimento, alla costruzione e alla diffusione di una nuova “civiltà delle immagini”, una progettualità certo densa di questioni da risolvere sul piano dell’invenzione artistica e culturale.

La Rinascente elabora in questi anni una comunicazione integrata assolutamente innovativa ed efficace. Lo spazio concesso alla sperimentazione è governato da una naturale efficienza nel rispondere a requisiti ed esigenze commerciali e di mercato, in un equilibrio di professionalità che non impone la rinuncia a un intrinseco surplus di godimento estetico. Così, ad esempio, la tradizionale formula del catalogo spedito in abbonamento postale per promuovere capi d’abbigliamento o eventi come le sfilate delle collezioni, s’arricchisce e viene valorizzata da copertine e pagine progettate da Max Huber o Lora Lamm; agli inserti pubblicitari per la stampa, viene riservata l’eleganza delle illustrazioni di Iliprandi, e i poster interni di Gorgerino e di Hopper, che lungo le corsie del grande magazzino intercettano lo sguardo dei consumatori, rompono le consuetudini figurative e offrono quotidiane occasioni di fruire di un design d’impatto e fresco, senza dubbio originale.

Da queste collaborazioni nascono prodotti comunicazionali che ancora oggi affascinano e colpiscono l’occhio moderno, per la qualità, l’energia creativa e la carica innovativa.
Sorprende la ricca varietà espressiva accolta lungo le evoluzioni di questi due decenni, varietà di codici, di linguaggi e di stili, e insieme sorprende il senso di unitarietà e di sintonia che ne emerge a favore dell’immagine del marchio lR. Si percepisce una costante coerenza tra i messaggi implementati attraverso i differenti canali di comunicazione, in senso sia sincronico (ad esempio, nella comunicazione di un evento, attraverso i complementari veicoli di informazione) sia diacronico (assicurando una continuità e la riconoscibilità del marchio nel tempo, anche per esempio in relazione alla promozione di appuntamenti che si rinnovano annualmente). E coerenza, quindi, ancor prima, tra le due funzioni della comunicazione dell’azienda: quella interna, attraverso l’allestimento degli spazi di esposizione e vendita delle merci e la segnaletica, e quella rivolta all’esterno, dai manifesti e listini sino alla carta d’imballo per il confezionamento.

Tutto ciò non può che derivare da un rigore perseguito nelle fasi di ricerca, pianificazione e progettazione delle campagne pubblicitarie e comunicazionali nel complesso. Quello stesso rigore che si ritrova nelle fasi di scouting e di selezione preliminari alla definizione delle offerte merceologiche.

La pubblicità de la Rinascente si rivolge direttamente al potenziale consumatore, e si sviluppa a partire dalla merce, ponendo al suo centro l’oggetto. È un invito ad allargare i propri gusti, ad aspirare a nuovi modelli di consumo e di vita; un invito ad aprirsi a nuovi universi merceologici e, contemporaneamente, ai nuovi linguaggi con cui questi artefatti vengono proposti.

Dal punto di vista della grafica, la tendenza a ridurre tutto alla misura dell’oggetto vuol dire utilizzare le conquiste della grafica d’avanguardia anteguerra, i collage, gli objet trouvé, i montaggi visivi, anche con profondità e consistenze diverse, basandosi su materiali della vita reale e quotidiana, appartenenti a un lessico familiare, ben dentro a una tradizione (come quella dei listini illustrati di inizio secolo) per poi farli come esplodere, anche letteralmente nelle vetrine, o ricombinarli sul bianco della pagina. Di qui, consegue l’ampia presenza dell’illustrazione. Il disegno illustrato, negli splendidi esempi di Lora Lamm, Brunetta o Pegge Hopper, è funzionale a tutto questo. Risultano esemplari le inserzioni e le pagine pubblicitarie per quotidiani costruite con una struttura tabellare, di Iliprandi, Waibl, Gregorietti, Lora Lamm, eclettici nel montaggio di caratteri diversi, disegni e fotografie, come appunti, impressioni e suggestioni dal multiforme universo de la Rinascente, in una vivace estetica del frammento. Una molteplicità di stimoli visivi, che nel loro insieme concorrono a definire un gusto elegante e inconfondibile.

All’illustrazione si aggiunge la fotografia, che si impone specialmente in un secondo tempo con tutta la sua carica avvolgente e immaginativa, legata alla competizione oramai evidente con le riviste di moda. La Rinascente coinvolge Serge Libiszewski, Aldo Ballo, Oliviero Toscani, Helmut Newton, William Klein, Henry Clarke, Jeanloup Sieff e altri nomi importanti. Notevole il catalogo Incontri in Europa per l’Apem (produzione abbigliamento de la Rinascente), pubblicato nel 1961, a cura di Adriana Botti Monti e con la grafica di Giancarlo Iliprandi.

Libis, in particolare, rivoluziona il paradigma della fotografia di moda. Egli propone servizi in cui si prediligono frammenti di vita quotidiana e la spontaneità delle pose, cogliendo anche curiosi momenti di backstage. Scatti fotografici senza tempo, che sprigionano ancora oggi una particolare forza d’impatto, trasgressiva e raffinata allo stesso tempo; una qualità estetica e un’inventiva nel concept che derivano da una maestria, da un saper fare, autenticamente artigianale, che sorprende ancor più se si pensa alla semplicità dei mezzi disponibili nell’era analogica, senza l’ausilio del digitale.

Si hanno così messaggi pubblicitari in cui il peso comunicativo è affidato all’immagine, mentre la ridotta componente verbale torna a farsi segno, gesto tipografico, perfettamente inserito e vero contributo all’architettura dell’immagine. Si pensi, ad esempio, al trattamento architettonico, geometrico ed equilibrato, dell’immagine fotografica in molti progetti grafici di Salvatore Gregorietti.

Osservare oggi la grafica di quel periodo legata al marchio lR, offre diverse sorprese, e rivela il ruolo assunto da quest’azienda, che, oltrepassando la mera missione commerciale, si è resa promotrice di significative evoluzioni culturali e artistiche, oltre alle innovazioni in ambito produttivo e distributivo, ponendosi come realtà di riferimento a livello nazionale e internazionale.

Vale ora la pena di conoscere più da vicino alcuni dei protagonisti di questa straordinaria stagione della grafica e della comunicazione visiva firmata lR.

Adriana Botti Monti

Adriana Botti Monti nasce a Milano nel 1937. Dopo gli studi classici si diploma alla Scuola interpreti e frequenta la facoltà di Legge. Collabora con diversi periodici femminili, prima come traduttrice, poi come giornalista di moda.

Dal 1960 è consulente de la Rinascente per il settore pubblicità. Si occupa in particolare della comunicazione per la produzione A.P.E.M., curando la pubblicazione Incontri in Europa. La collezione Apem autunno inverno 1961-1962 ripresa dai grandi fotografi internazionali. Nel 1962 assume il ruolo di art director dell’Ufficio, sovraintendendo alle programmazioni promozionali dell’azienda, alla realizzazione degli annunci stampa e dei manifesti. Nel 1967 diventa dirigente; coordina un gruppo straordinario che comprende tra gli altri Salvatore Gregorietti, Giancarlo Iliprandi, Serge Libis, Aldo Ballo, Oliviero Toscani, Carlo Orsi, Guido Vergani. Crea ne la Rinascente l’Ufficio Stile moda, per il quale lavora anche un giovane Giorgio Armani, dapprima come vetrinista poi occupandosi di tessuti e moda maschile.

Diversi sono i riconoscimenti conseguiti: fra questi, nel 1967 riceve il Premio Corriere della Sera per l’Art Direction dell’annuncio stampa Inverno luminoso moda aggressiva 1966, poi il Premio Ferrania per il contributo all’ideazione fotografica di un’opera di Art Direction con l’inserto moda maschile Uomo lR; e infine, il Premio La Domenica del Corriere per il contributo alla ideazione illustrativa di un’opera di Art Direction grazie all’annuncio stampa Deserto dervish.

Nel 1971, con la nuova proprietà, Adriana Botti Monti lascia la Rinascente. Lavora qualche mese per “Vogue Italia”, in seguito, per cinque anni, per Longanesi, e infine, dal 1979 al 1997, per “Casa Vogue”.

1 — Mare grande mare, 1969, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

2 — Lunedì venerdì, 1968, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Georg Erhardt
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

3 — Ski ’70 ’71, 19670, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

4 — Inverno passione mia, 1970ca., pieghevole per la Rinascente

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

5 — Deserto, 1967, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

6 — Mare mare. lR, 1967, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Oliviero Toscani

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

7 — Ritorno al '30. lR, 1966, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

8 — Inverno luminoso moda aggressiva, 1966, annuncio per quotidiani

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Oliviero Toscani

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

Premio Corriere della Sera per l'Art direction di un avviso su quotidiani

9 — Inverno, montagna: si scia, 1967, annuncio per quotidiani

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Carlo Orsi

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

10 — Inverno luminoso moda aggressiva 1966, 1966, manifesto

Art direction Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Oliviero Toscani

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

11 — Uomo lR, 1965, manifesto

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

12 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1966, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libiszewski

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi , Milano

13 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1966, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Carlo Orsi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

14 — Uomo lR, s.d., catalogo

Art director Adriana Botti Monti
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Oliviero Toscani
in Primo annual Art Directors Club Milano

Archivio Adriana Botti Monti, Milano

Premio Ferrania per il contributo all’ideazione fotografica di un’opera di Art direction

15 — Deserto, s.d., annuncio per quotidiani

Art director Adriana Botti Monti
Designer Hazi Osterwalder
in Primo annual Art Directors Club Milano

Archivio Adriana Botti Monti, Milano

Albe Steiner

Albe Steiner inizia a dedicarsi alla grafica negli anni Trenta, formandosi come autodidatta nella clandestinità antifascista, e diviene uno dei più importanti protagonisti del settore per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta.

Convinto sostenitore della necessità di una relazione tra arte e impegno politico e sociale, e quindi assertore di una responsabilità culturale della grafica nell’informazione e nell’educazione del popolo, crea un linguaggio visivo caratterizzato dalla massima chiarezza e leggibilità, in modo da facilitare la lettura e quindi la comprensione del messaggio scritto. Uno stile immediatamente riconoscibile, con rimandi alla cultura visiva del Bauhaus e del costruttivismo russo, e non esente dall’influenza della tipografia e della fotografia.

Steiner si avvicina al Partito comunista e, con la moglie Lica, inseparabile compagna di vita e di lavoro, svolge attività clandestina di informazione e propaganda, occupandosi dell’impaginazione grafica di volantini, manifesti e riviste del Partito.

Inaugura così fin dagli anni Quaranta un nuovo rapporto fra testo e immagine, contribuendo ad aprire e avviare il nostro Paese a una moderna cultura visiva. Dopo la Liberazione, cura l’impostazione grafica de “Il Politecnico” di Elio Vittorini, connotando con la sua impronta la grafica italiana e facendo scuola. In seguito lavora per numerose altre riviste, per alcune delle più importanti case editrici italiane come Feltrinelli e Zanichelli, per molti dei giornali italiani di sinistra, per enti e istituzioni culturali e per alcune grandi aziende come Pirelli e Olivetti.

Dal 1950 al 1955 collabora con la Rinascente e, in qualità di art director, viene incaricato insieme a Max Huber di ricostruire l’immagine aziendale, dagli allestimenti interni ed esterni alla grafica pubblicitaria, in modo da comunicare in maniera comprensibile e sintetica la filosofia e le scelte estetiche e tecniche del grande magazzino. A Steiner si deve la realizzazione del famoso manifesto lR. Si riapre per la riapertura della sede milanese de la Rinascente in Piazza del Duomo nel 1950, e la progettazione del marchio del Compasso d’Oro. La sua inventiva si concretizza anche in alcune soluzioni originali nell’allestimento delle vetrine, dove predilige l’impiego di materiali leggeri e facilmente componibili.

1 — Premio la Rinascente il Compasso d’Oro per l’estetica del prodotto, 1954, cartoncino nero con logo Compasso d’Oro

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

2 — Premio la Rinascente il Compasso d’Oro per l’estetica del prodotto, 1954, regolamento del Premio

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

3 — L’Estetica nel Prodotto lR, 1953, pieghevole di presentazione della Mostra

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

4 — Premio la Rinascente il Compasso d’Oro per l’estetica del prodotto, 1954, catalogo della Mostra

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — Cartellino pendente applicato ai prodotti premiati, 1954

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

6 — Premio la Rinascente il Compasso d’Oro per l’estetica del prodotto, 1954, invito alla Mostra

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

7 — Premio la Rinascente il Compasso d’Oro, 1954, cartoncino a cavaliere

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

8 — I 15 prodotti premiati col “Compasso d’Oro 1954”, 1954, pieghevole

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

9 — Pagina del catalogo del I Compasso d’Oro con la macchina per scrivere Olivetti Lettera 22 disegnata da Marcello Nizzoli, 1954

Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, Milano

10 — lR la Rinascente milano. qu’est-ce que la Rinascente, 1952, brochure a spirale

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio Amneris Latis, Milano

11 — Studi per promozione, 1950, bozzetti ad acquerello e pastello su carta, propedeutici per manifesto e materiale pubblicitario ‘LR. Si riapre’

Progetto grafico Albe Steiner

Politecnico di Milano, Archivi storici – Archivio Albe e Lica Steiner, Milano

12 — lR. Si riapre in Piazza Duomo a Milano il 4 dicembre, 1950, manifesto

Progetto grafico Albe Steiner

Archivio la Rinascente, Milano

Carla Gorgerino

Carla Gorgerino, geniale grafica, è autrice nel 1962 di manifesti e pagine pubblicitarie con un inedito senso di rilievo materico nel montaggio grafico dei caratteri, con ombre, fogli ritagliati. Poco nota nell’ambiente grafico milanese, introduce una nuova sensibilità per la pagina tipografica, legando struttura formale e memoria visiva in nuove tensioni che si ritroveranno solo più avanti in pochi altri grandi designer.

1 — lR grandi magazzini, 1962 ca.,
avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

2 — Casa Estate 1962. La Rinascente, 1962 ca., avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

3 — Ski. La Rinascente, 1962 ca.,
avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

4 — La Rinascente grandi magazzini, 1962 ca., avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — La Rinascente Upim, 1962 ca.,
avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

6 — 91 Magazzini Upim, 7 filiali la Rinascente, 1962 ca., avviso pubblicitario

Progetto grafico Carla Gorgerino

Archivio Amneris Latis, Milano

Aldo Ballo

Lo Studio Ballo+Ballo è uno studio fotografico che nasce negli anni Cinquanta, durante il periodo più vivace e affascinante per il settore. È animato da Aldo Ballo e dalla moglie Marirosa Toscani Ballo, personalità di riferimento per tanti designer. Dopo la scomparsa di Aldo Ballo, avvenuta nel 1994, l’attività prosegue sino ad oggi grazie all’impegno della moglie Marirosa.

L’archivio Ballo+Ballo si propone al pubblico come il racconto di un progetto, di un laboratorio di idee, una fucina di immagini, di icone, passate e future. Aulenti, Boeri, Vigo, Sottsass, Castiglioni, Rossi, Bellini, Starck: sono solo alcuni dei nomi che hanno scelto questo Studio.
La ricostruzione dello studio da una parte, e l’esposizione vera e propria dall’altra, rendono fruibile un percorso professionale straordinario e offrono al pubblico l’occasione di cogliere l’atmosfera e le dinamiche di un luogo di lavoro dove lo scatto fotografico sempre si è accompagnato alla formulazione di idee e alla progettazione di campagne di comunicazione visiva, in scambi continui di suggestioni e competenze tra lo Studio e i soggetti committenti.

Ci si immerge così nell’imperativo di Aldo Ballo: «Io non faccio foto d’arte, foto “da chiodo”, qui si fa fotografia industriale, si va dentro l’oggetto: interpretare l’oggetto, restituirgli l’anima».

Lo Studio avvia un’intensa collaborazione con la Rinascente negli anni 1955-1971, e in particolare con il Centro Design creato da Augusto Morello e diretto da Mario Cristiani. Nell’Archivio Ballo+Ballo sono ancora oggi conservati numerosi still life e fotografie di oggetti di design e di servizi moda per campagne pubblicitarie, manifesti e annunci destinati alla stampa.

1 — Scuola straordinaria, 1966, manifesto

Fotografia Aldo Ballo
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

2 — Matite, 1958, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

3 — Goccia, 1961, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

4 — Composizione oggetti in sfera di vetro, 1963

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo

5 — Carta da imballo Natale lR, 1965, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo
Progetto grafico Max Vignelli

Archivio Ballo+Ballo, Milano

6 — Carta da imballo Natale lR, 1965

Progetto grafico Max Vignelli

7 — Composizione per casa di campagna, 1965

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo

8 — Palle di Natale per manifesto lR, 1964, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

9 — Vassoio prima colazione per manifesto ‘Casa 65 lR’, 1965, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

10 — Uova pasquali per manifesto ‘Buona Pasqua. lR’, 1965, still life preliminare

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

11 — Buona Pasqua. lR, 1965, manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Aldo Ballo
Art director Adriana Botti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

12 — Girandola per manifesto ‘Fiera del bianco 67 lR’, 1966, still life

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo

13 — Composizione per manifesto ‘Nord. Casa Moda lR’, 1967, still life

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

14 — Valigia per manifesto ‘Buone vacanze. Upim’,, 1968, still life

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

15 — Giappone. Oggetto in mostra, 1957, still life

Fotografia Aldo Ballo

Archivio Ballo+Ballo, Milano

Amneris Liesering Latis

Amneris Liesering Latis nasce a Massagno, in Ticino, nel 1924. Terminata la scuola professionale a Lugano, diviene praticante presso la “Gazzetta Ticinese”, poi giornalista. Nel 1946 sposa Mario Latis e si trasferisce a Milano, continuando a lavorare con la Radio della Svizzera italiana.

Nel 1954 inizia la sua collaborazione con la Rinascente. Nel 1956 le viene affidata la direzione artistica della prima tra le grandi mostre (le Grandi Manifestazioni lR) dedicate al costume e all’artigianato dei diversi Paesi del mondo, che caratterizzano l’offerta commerciale e culturale del grande magazzino negli anni successivi, sino al 1964. La prima mostra di vendita dedicata al Giappone ha un successo straordinario; viene seguita dalla Gran Bretagna, dall’India, dal Messico e dagli Stati Uniti.


Nominata direttrice dell’Ufficio Pubblicità, oltre a ideare campagne pubblicitarie con i fotografi e i grafici che segneranno la storia della comunicazione italiana (Serge Libis, Giancarlo Iliprandi, Max Huber, Lora Lamm, Roberto Sambonet), continua ad assistere i compratori nell’ideazione di occasioni commerciali per i vari reparti del grande magazzino.


Il rapporto con la Rinascente si conclude nel 1964 e da quel momento Amneris Latis si dedica alla libera professione. Nel 1968 fonda AL Promotions, studio di consulenza per istituzioni e aziende. Collabora con altri grandi magazzini europei e organizza nel 1968 a New York quella che può essere considerata la prima mostra sul design italiano, commissionatale dalla Hallmark Gallery.

L’importante collaborazione con la Rinascente è documentata da un repertorio vario e ricco di materiali conservati dalla famiglia Latis:
cataloghi pubblicitari, poster, inviti, brochures, biglietti e publicity più in generale, fotografie d’autore di allestimenti (interni ed esterni) e vetrine, still life, corrispondenza e carte private che documentano le attività di ricerca e pianificazione preliminari ai grandi progetti per la Rinascente. Un materiale ricco, da cui si evince l’impegno di una collaborazione intensa, che ha portato a una comunicazione integrata assolutamente innovativa, efficace e creativa.

1 — Il guardaroba 18enni debutta così, Lettera di invito alla sfilata di abiti Virginia presso Palazzo Durini, con in allegato il poster dell'evento e puntine colorate per la sua affissione nella propria casa

Archivio Amneris Latis, Milano

2 — Primavera 1953, 1953, Busta con invito alla sfilata di primavera dei modelli Elle Erre, presso il Tea-room de la Rinascente in piazza del Duomo

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

3 — La Rinascente Grandi Manifestazioni. Il Giappone, invito alla mostra

Progetto grafico Lora Lamm
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

4 — La Rinascente Grandi Manifestazione. Il Giappone, 1956, materiale promozionale in carta di riso

Progetto grafico Lora Lamm
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — lR, "Una casa su misura”. Prima grande manifestazione di primavera, 1957, Catalogo

Archivio Amneris Latis, Milano

6 — Panorama spiaggie per una vacanza italiana, 1958, Catalogo

Archivio Amneris Latis, Milano

7 — India, La Rinascente Grandi Manifestazione, 1959, catalogo della Mostra

Progetto grafico Roberto Sambonet
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

8 — La Rinascente Grandi Manifestazione. Mexico, 1960, catalogo della Mostra

Progetto grafico Lora Lamm
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

9 — Estate, 1962, Catalogo

Progetto grafico Roberto Maderna, Pegge Hopper, Giancarlo Iliprandi
Fotografia Mario Santana
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

Max Huber e Aoi Huber Kono

Max Huber è uno dei più importanti graphic designer del Novecento.

Nato nel 1919 a Baar, nel cantone di Zugo, il suo stile assimila l’insegnamento di grandi maestri del Movimento Moderno come Max Bill e László Moholy-Nagy, unendo ai loro principi i molteplici stimoli culturali che gli giungono a Milano, dove arriva una prima volta nel 1940 per lavorare nel prestigioso studio grafico di Antonio Boggeri, dove conosce Bruno Munari, Luigi Veronesi e Albe Steiner.

Di nuovo a Milano al termine del conflitto, è tra i primi ad applicare l’estetica delle avanguardie alla comunicazione commerciale.


Alcuni tra i suoi lavori rimangono nella memoria collettiva di generazioni di italiani; fra questi, il logo de la Rinascente lR, che segnerà per sempre l’immagine percepita del grande magazzino presso il grande pubblico. Nel 1954 vince il Premio Compasso d’Oro col disegno a cerchi per la plastica stampata commissionata dagli Stabilimenti di Ponte Lambro.

Nel 1999 nasce l’Archivio Max Huber per volontà della moglie Aoi Huber Kono, con lo scopo di ordinare e catalogare documenti e materiale di lavoro del designer.


L’archivio, che ha sede a Novazzano, in Canton Ticino (Svizzera), custodisce bozzetti, studi e progetti relativi al lavoro di Max Huber nel campo della progettazione grafica, dell’editoria e dell’allestimento, insieme a disegni, dipinti e fotografie. Fra questi, è conservata anche un’inedita prova di stampa a tempera per un manifesto lR realizzata da Lora Lamm e dedicata, con una nota manoscritta sul verso, ad Aoi Huber Kono.

1 — lR la Rinascente, 1950, carta da imballo

Progetto grafico Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

2 — Strenne. La Rinascente, 1951, Listino

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

3 — Bagno e vacanze. lR, 1951, Listino

Progetto grafico Max Huber
Illustrazioni Grignani

Collezione Michele Rapisarda, Milano

4 — La Rinascente: Ski, 1951, brochure

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — Prove grafiche per materiale pubblicitario Casalinghi arredamento, [1950-1955], cartoncini a stampa

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

6 — Casalinghi, 1951, listino

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

7 — Raion 1952, il tessile del 20° secolo, 1952, brochure

Progetto grafico Max Huber

Collezione Michele Rapisarda, Milano

8 — Prova grafica per materiale pubblicitario Raion, [1951-1952], cartoncino a stampa

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

9 — L’inverno consiglia, 1952, catalogo

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

10 — Giocattoli la Rinascente, 1952, busta e cataloghi

Progetto grafico Max Huber

Collezione Michele Rapisarda, Milano

11 — Coppa la Rinascente-Upim, 1952, manifesto

Progetto grafico Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

12 — Apertura di stagione. La Rinascente, 1953, manifesto

Progetto grafico Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

13 — L’estate consiglia, 1953, catalogo

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

14 — Casalinghi e arredamento la Rinascente, 1953, listino

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

15 — Milano. La Rinascente Grandi Magazzini in piazza del Duomo, 1953, guida pieghevole della città di Milano, realizzata e offerta da la Rinascente

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

16 — XXXI Fiera di Milano, benvenuti. La Rinascente, 1953, Manifesto

Progetto grafico Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

17 — Presentazione dei modelli autunno inverno Elle Erre in sfilata presso il Teatro Manzoni di Milano, 1954, pieghevole

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

18 — La Rinascente. Tutto nuovo, reparti più grandi, tutto più vivo per voi, 1954. calendario vendite speciali

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

19 — Per voi tutta la moda, è l’autunno della Rinascente, 1954, Manifesto

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

20 — L’estate 1955 consiglia, 1955, catalogo

Progetto grafico Max Huber
Fotografia Gerard Haertter
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

21 — La donna e l’automobile. Lo stile Milano, il trionfo della donna di Milano.La Rinascente moda autunno inverno, 1955, manifesto

Progetto grafico Max Huber
Fotografia Gerard Haertter
Art director Amneris Latis

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

22 — Per lo stile d’inverno, 1955, catalogo

Progetto grafico Max Huber
Fotografia Gerard Haertter
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

23 — Facciamo primavera insieme, 1955 busta in carta per spedizione catalogo

Progetto grafico Max Huber

Archivio Amneris Latis, Milano

24 — È un piacere per noi presentarvi la moda di primavera, 1955, manifesto

Progetto grafico Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

25 — Fiera del Bianco lR, 1964, manifesto

Progetto grafico Aoi e Max Huber

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

Pegge Hopper

«Dal 1961 al 1963 ho vissuto a Milano, in Italia, e ho lavorato per la Rinascente. L’Europa si stava ancora riprendendo dalla Seconda guerra mondiale ed era innamorata dell’America. Io ero da poco uscita dalla scuola d’arte, ed ero profondamente innamorata di tutto ciò che era europeo.

I poster che ho realizzato per la Rinascente sono stati esposti nei negozi e nelle sedi lR di tutta Italia. La Rinascente ha una lunga e importante storia di utilizzo del manifesto per la pubblicità istituzionale. Il concetto di promuovere una stagione o una vacanza anziché semplicemente prodotti di merchandising era unico. Sono stata incredibilmente fortunata a ricevere l’opportunità e la libertà di usare la mia formazione grafica e artistica per creare queste immagini. Era il lavoro della vita».

Pegge Hopper

1 — Scuola. lR, [1962-63], poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

2 — Importanza alla donna. lR, [1962-63], poster,

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

3 — Arredamento. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

4 — Fantastica americana. lR, 1963, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

5 — Grande Fiera del Bianco. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

6 — Pasqua 1962. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

7 — Al sole. La Rinascente, [1962-63], poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

8 — Piante e fiori intorno a noi. lR, [1962-63], poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

9 — Buon Natale bambini. lR, [1962-63], poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

10 — Moda estate 1962. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

11 — Mangiare in verde, le insalate. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

12 — Maternità baby. lR, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

13 — Pellicce per Natale. lR, [1962-63], poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

14 — Estate 1962, 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio la Rinascente, Milano

15 — La Rinascente inizia la sua grande estate, 1962ca., Poster

Progetto grafico Pegge e Bruce Hopper
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

16 — Per le giovanissime, [1962-63], invito alla sfilata spettacolo presso il Teatro Manzoni, Milano

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio Amneris Latis, Milano

17 — Una donna importante ama il rosso, 1962, avviso di apertura di stagione per la moda autunno-inverno

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio Amneris Latis, Milano

18 — Moda estate 1962, poster

Progetto grafico Pegge Hopper

Archivio Amneris Latis, Milano

Ettore Mariani

Ettore Mariani nasce a Milano nel 1949. Dopo essersi diplomato in grafica pubblicitaria entra a far parte nel 1968 del gruppo Rinascente-Upim nel settore sviluppo immagine. Qui lavora con l’art director Robert Berrevoets per la realizzazione di elaborati grafici e packaging della Upim. L’incontro con Berrevoets è fondamentale per la sua formazione grafica e tecnica. 

Dal 1970 collabora con l’art director Adriana Botti Monti nell’Ufficio Pubblicità de la Rinascente. Questo contesto di elevata professionalità creativa – come affermerà lo stesso Mariani – contribuisce a conferirgli un maggiore senso estetico e culturale. Nel 1972 entra in contatto col mondo pubblicitario: lavora per conto de la Rinascente nell’agenzia Intermarco Farner, dove apprende criteri di carattere strettamente pubblicitario e logiche di comunicazione e marketing. Dal 1973 lavora nell’Ufficio allestimenti de la Rinascente, coordinato dall’architetto Gian Carlo Ortelli, incaricato della progettazione grafica per la realizzazione di vetrine, allestimenti e comunicazione interna ai punti vendita.

Dal 1974 al 1983 assume il ruolo di art director per il coordinamento delle manifestazioni e promozioni del punto vendita, sviluppando una naturale propensione all’immagine sia grafica che fotografica, e dando sempre il proprio contributo alla realizzazione di concept e immagini legati alle esigenze del mercato; dunque, un lavoro di coordinazione a tutto tondo: non solo lo sviluppo di materiale grafico, ma anche la pianificazione di progetti creativi per allestimenti e manifestazioni promozionali.

Dal 1984 al 2006 è responsabile dell’immagine coordinata del punto vendita e del packaging della Upim, con la creazione di marchi privati Upim per diverse linee merceologiche, in coordinamento con la comunicazione e l’allestimento. 

I lavori di Ettore Mariani sono apparsi su diverse riviste nazionali e internazionali e su annuali di settore. Premiato ed eletto membro della Inspiration Academy a New York nel 1980 per lavori relativi ai punti vendita lR, riceve in seguito il Premio Puntina Aiap 1985, settore mostre.

1 — Moda donna uomo. lR, 1975-1976, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

2 — Moda donna uomo. lR, 1975-1976, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

3 — Moda donna uomo. lR, 1975-1976, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Maurizio Vedovello

Archivio Ettore Mariani, Milano

4 — Moda donna uomo. lR, 1975-1976, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Maurizio Vedovello

Archivio Ettore Mariani, Milano

5 — Moda uomo. lR, 1975, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

6 — Moda uomo. lR, 1975, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

7 — Moda uomo. lR, 1975, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

8 — Moda uomo. lR, 1975, Locandina per allestimento interno

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adver photo

Archivio Ettore Mariani, Milano

9 — Il bagno spazio-idee. lR, 1979, Locandina

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Tino Crippa

Archivio Ettore Mariani, Milano

10 — Reparti vari, 1977-1979, Locandina

Progetto grafico e fotografia Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

11 — Reparti vari, 1977-1979, Locandina

Progetto grafico e fotografia Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

12 — Reparti vari, 1977-1979, Locandina

Progetto grafico e fotografia Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

13 — Reparti vari, 1977-1979, Locandina

Progetto grafico e fotografia Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

14 — Tennis in azione. lR, 1978, Locandina

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Gianni Ghezzi

Archivio Ettore Mariani, Milano

15 — Valigie in vacanza. lR, 1978, Locandina

Progetto grafico Ettore Mariani
Fotografia Adriano Brasaferri

Archivio Ettore Mariani, Milano

16 — Moda bambino lR, 1976, Locandina

Progetto grafico Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

17 — Moda bambino lR, 1976, Locandina

Progetto grafico Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

18 — Sci '74, 1974, simbologia per locandina

Progetto grafico Ettore Mariani

Archivio Ettore Mariani, Milano

Salvatore Gregorietti

Salvatore Gregorietti nasce a Palermo nel 1941. È considerato uno dei massimi esponenti della grafica italiana.

Nel 1959, dopo gli studi al Liceo Artistico di Brera a Milano, si trasferisce a Zurigo e frequenta la Kunstgewerbeschule, scuola di arte e mestieri. Nel 1961 torna in Italia e inizia la sua collaborazione con lo studio milanese di Massimo Vignelli.

Nel 1965 diventa socio di Unimark Internazional, studio di progettazione grafica, design e comunicazione, con Massimo Vignelli, Bob Noorda, Franco Mirenzi e Mario Boeri, occupandosi prevalentemente di grafica in relazione a problemi di immagine coordinata, editoria, packaging, comunicazioni istituzionali e commerciali.

È nel 1964 che inizia la consulenza con l’Ufficio Pubblicità e Comunicazione de la Rinascente; lavora con Pier Giorgio Brovelli (direttore commerciale), Adriana Botti Monti (art director) e con i fotografi Aldo Ballo, Serge Libis, Ugo Mulas e Oliviero Toscani. Tra Gregorietti e Adriana Botti si instaura una forte intesa: assieme riescono a fondere la cultura dell’immagine con l’architettura progettuale arrivando così a concepire e produrre oggetti di comunicazione (manifesti, cataloghi e avvisi per quotidiani) piuttosto speciali, dove la fotografia risulta preminente, mentre la grafica dei testi, con rigore e proporzione, tende a integrarsi.

Il suo lavoro ha ricevuto importanti riconoscimenti, ottenendo per tre anni consecutivi premi dall’Art Directors Club. Ha collaborato con industrie e istituzioni di rilievo: Pirelli, Agip, Sanpaolo, Confindustria, Biennale di Venezia, Fondazione Feltrinelli, Benetton, Prenatal; nell’editoria libraria: Sonzogno, Bompiani, Sylvestre Bonnard, Feltrinelli; tra i periodici: “Linus”, “Capital”, “Thema”, “Casa Vogue” e “Ottagono”, rivista di design e architettura per la quale ha ricevuto il Compasso d’Oro nel 1979. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Carrara e scritto nel 1988, con Emilia Vassale, il libro La forma della scrittura, ripubblicato da Sylvestre Bonnard nel 2007.

1 — Natale Idea. lR, 1965, manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

2 — W l’estate. lR, 1965, catalogo

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

3 — La Rinascente da oggi, 1965 ca., avviso per quotidiani

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

4 — Casa 66. lR, 1966, manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Aldo Ballo

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

5 — Scirocco, 1966, annuncio per quitidiano

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

6 — Casa Libera, 1966, manifesto dedicato alla manifestazione ‘Verde’

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Aldo Ballo
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

7 — Terrazzi verdi, 1966, manifesto dedicato alla manifestazione ‘Verde’

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Aldo Ballo
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

8 — Sabato fuori. lR, 1966, manifesto dedicato alla manifestazione ‘Verde’

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

9 — Carta da imballo per la manifestazione “Verde 1966”, 1966

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

10 — Scuola, 1967 – 1971, manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Aldo Ballo
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti

11 — Moda lR, 1964-1974 Manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Oliviero Toscani
Modella Isa Stoppi

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

12 — I giochi di Natale, 1965-1974, Annuncio per quotidiani

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

13 — Inverno nello spazio. lR, 1965-1974, Manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano

14 — Estate Indiana, 1968, manifesto

Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Serge Libiszewski

«L'ultravioletto usato nelle discoteche era diventato molto di moda tra i fotografi. Questa fu l'unica volta in cui lo usai. Feci tingere le ciglia finte e le unghie della modella con questo arancio fluorescente, lo stesso degli orecchini di plastica, e cercavo un elemento che stesse sulla fronte a mo' di terzo occhio. Avrei desiderato una filigrana disegnata, impresa impossibile anche per un truccatore. Frugai tra la biancheria intima di un servizio precedente. Trovai la rosa, nient'altro che un pizzo di una sottoveste. La ritagliai e gliela misi in fronte».

Salvatore Gregorietti

Giancarlo Iliprandi

Giancarlo Iliprandi nasce nel 1925 a Milano. Diplomatosi in pittura e scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, per oltre sessant’anni si occupa di design della comunicazione visiva, di ricerca sperimentale e metodologia operativa, collaborando con le principali industrie italiane (RAI Radio Televisione Italiana, la Rinascente, RB Rossana, Olivetti, Montecatini, Fiat, Eni).

È stato docente presso la Società Umanitaria, l’ISIA di Urbino, l’Istituto Europeo di Design e la Scuola del Design del Politecnico di Milano.


Ha pubblicato una ventina di testi didattici e più di quaranta carnet de voyage. In occasione dei novant’anni, ha pubblicato l’autobiografia illustrata Note (Hoepli, 2015).
Nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui due premi Compasso d’Oro ADI nel 1979 e un terzo nel 2004.

Nel 2002 gli è stata conferita dal Politecnico di Milano una Laurea ad honorem in disegno industriale. Nel 2011 ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro ADI alla carriera, quale protagonista indiscusso del design italiano.

Si è occupato di promozione culturale in qualità di presidente dell’Art Directors Club Milano, dell’Icograda, Chairman del BEDA, e presidente dell’ADI.

Riguardo alla sua collaborazione con l’Ufficio Pubblicità de la Rinascente negli anni 1955-1968, Iliprandi ha ricordato:

Una stagione indimenticabile. Fatta di giornate di normale perfezione nelle quali andavano incastrandosi manifestazioni di grande livello.
E questi signori Borletti e Brustio che passavano tra i banchi di vendita osservando la merce come se uscisse tutta dal loro guardaroba. E dovesse tornarci.
 Molti hanno cercato, più tardi, di connotare questo livello con un certo gusto, quando non uno stile. Oggi possiamo testimoniare che si è trattato di un progetto espresso nelle sue componenti più paradigmatiche.
 Forma, funzione, innovazione.
 Ecco cosa è stata la Rinascente di quegli anni, un esempio di design totale.
 Molto complesso, come ogni sistema di design. Privo di protagonismi come ogni gioco di squadra. Ci auguriamo che tutto questo venga suffragato dalla costruzione del mancato archivio, purtroppo testimonianza unicamente cartacea.
 Come ogni genere di spettacolo il magazzino ha vissuto andando in scena quotidianamente.
 Applausi

Giancarlo Iliprandi

1 — Lilion Snia Viscosa alla Rinascente, 1956, invito alla manifestazione

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi – Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

2 — Prova grafica per materiale pubblicitario “Lilion”, 1956 ca.

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi – Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

3 — Lilion Snia Viscosa. La Rinascente, 1956, catalogo della manifestazione di vendita

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi – Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

4 — Lilion Snia Viscosa alla Rinascente, 1956, Materiale grafico per cartellistica interna di reparto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

5 — Lilion Snia Viscosa alla Rinascente. Materiali per allestimento di reparto, 1956, stendardi in tessuto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

6 — Campeggio. lR, 1958, manifesto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

7 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1961, catalogo

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

8 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1961, Catalogo

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

9 / 10 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1962, pagine interne del catalogo

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Mario Santana
Art director Adriana Botti

Archivio Amneris Laris, Milano

11 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1961-1962, avvisi per quotidiani

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

12 — La grande estate lR 1962, 1962, manifesto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

13 — Girasoli, 1962, disegno per la manifestazione “La grande estate lR 1962”

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

14 — Uomo lR, 1963, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libiszewski

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

15 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1963, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libis
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Serge Libiszewski, Milano

16 — Uomo Estate lR, 1964, manifesto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libiszewski

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

17 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1966, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Oliviero Toscani
Art director Adriana Botti Monti

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

18 — Uomo la Rinascente Moda Maschile, 1966, catalogo [quarta di copertina e copertina]

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Carlo Orsi
Art director Adriana Botti Monti

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

19 — Ski. la Rinascente, [1960-1965], Catalogo

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Oliviero Toscani
Art director Adriana Botti Monti

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

20 — Uomo Weekend, [1964-1967], manifesto

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Fotografia Serge Libiszewski

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

21 — Avvisi pubblicitari per quotidiani

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

22 — Avvisi pubblicitari per quotidiani

Progetto grafico Giancarlo Iliprandi

Studio Iliprandi - Fondo Giancarlo Iliprandi, Milano

Serge Libiszewski

Serge Libiszewski, meglio noto con il nome di Sergio Libis, nasce a San Gallo (Svizzera) il 3 marzo 1930. Figlio d’arte, frequenta il corso triennale di fotografia presso la Kunstgewerbeschule, scuola di arti e mestieri di Zurigo. Nel 1951 ottiene l’attestato federale di capacità con il massimo dei voti. Dopo aver conseguito il diploma comincia la sua prima attività lavorativa presso lo studio di grafica Heiniger-Muller.

Nella sua carriera sarà determinante l’incontro con Max Huber, che lo incoraggia a recarsi a Milano. In seguito all’invito dell’amico, nel 1956 Libis si trasferisce nel capoluogo lombardo dove riceve un incarico come fotografo nell’Ufficio Pubblicità de la Rinascente. Collabora con le art director Amneris Latis e Adriana Botti Monti, con i grafici Max Huber, Lora Lamm, Giancarlo Iliprandi e Roberto Maderna. Lavorando per la Rinascente ha poi modo di conoscere e interagire con Richard Sapper, Gian Carlo Ortelli, Bruno Munari, Roberto Sambonet, Marco Zanuso e George Coslin.

Nel 1961 apre il suo studio professionale dedicandosi alla fotografia still life, alla moda e all’immagine pubblicitaria. In questi anni Libis continua a collaborare con la Rinascente, distinguendosi per la sua creatività innovativa, rivoluzionaria. Per il grande magazzino Libis realizza campagne fotografiche di grande immediatezza destinate a cataloghi e manifesti pubblicitari, in cui propone un nuovo genere di servizi di moda, tra l’happening e il reportage (si ricordano Inverno passione mia e Vacanze di moda). Con Libis cambia il paradigma della fotografia di moda: egli coglie frammenti di vita e privilegia la spontaneità delle pose, abbandonando le mura degli studi fotografici per invadere le strade.

Tra gli anni Sessanta e Ottanta realizza campagne fotografiche per Olivetti, Pirelli, Alfa Romeo, Giorgio Armani e Prenatal, che lo vedono protagonista come un regista sul set. Lavora con crescente frequenza per le riviste di moda; le sue copertine per la rivista “Annabella”, così come i suoi manifesti, entrano a far parte della memoria collettiva di un’epoca.

1 — Uomo lR, 1968, servizio fotografico moda uomo per la Rinascente

Progetto grafico Georg Erhardt
Fotografia Serge Libiszewski
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Serge Libiszewski, Milano

2 — Uomo lR. La Rinascente Moda Maschile, 1963, servizio fotografico per il catalogo pubblicitario

Fotografia Serge Libiszewski
Progetto grafico Giancarlo Iliprandi
Art director Adriana Botti

Archivio Serge Libiszewski, Milano

L'ufficio pubblicità de la Rinascente era abbastanza autonomo, gestito a parte da Gianni Bordoli. Guardava tutto, sia gli oggetti scelti sia il lavoro fatto e se un lavoro non andava bene, diceva semplicemente di rifarlo. [...] Ma ci fidavamo di lui, come lui di noi e la sua influenza è stata importantissima. Vedeva tutto e sovrintendeva a tutto, soprattutto alla comunicazione. [...] C'è da dire inoltre che i proprietari, i Brustio e i Borletti, erano persone di gusto e cultura ottimo. Con loro capitava di parlare di un libro letto, di un film o di un teatro. [...] Come art director c'era Amneris Latis prima e in seguito Adriana Botti. Insieme abbiamo fatto molti cataloghi Uomo, un tipo di catalogo a larga diffusione che veniva distribuito in tutte le case nei centri dove era presente la Rinascente. [...] All'epoca la moda era fatta con i manichini, o i modelli che sembravano tali, vestiti e fotografati. Noi invece cercavamo di costruire un'atmosfera, come la serie di foto fatte al Cantinone, storica osteria di Milano, per uno dei primi cataloghi uomo. Il risultato è abbastanza interessante. Della moda maschile non si vede niente, è l'atteggiamento dei due uomini che si scostano che è più 'uomo' del vestito

Giancarlo Iliprandi

3 — Servizio fotografico per la Rinascente sul tetto del grande magazzino in Piazza del Duomo, 1966-1967

Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

4 — Vacanza di moda, 1968, catalogo pubblicitario per la Rinascente

Fotografia Serge Libiszewski
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Art director Adriana Botti

Archivio Serge Libiszewski, Milano

L'idea fu inizialmente di Nanette. Aveva notato la bellezza e la spontaneità delle foto di matrimonio che facevo per amici che si sposavano. E così faci affittare il battello e invitai gli amici che avevamo a passare una giornata sul lago, con tanto di pranzo. A ciascuno chiesi di portare un oggetto d'affezione. Alfonso Mazza, commercialista, portò cavalletto e tele, il suo hobby, e la sua collezione di strumenti musicali rotti; Oliviero Toscani un vecchio grammofono di famiglia. Spitali, art director, portò il violino; Cacho Perez, brillante art director argentino, amava giocare al maragià e così iniziò il servizio. Il cameriere che, accanto, serve la modella annoiata faceva parte della ristorazione: neanche se avessi fatto un casting l'avremmo trovato così perfetto!

Serge Libiszewski

5 — Fotografia per i sacchetti Upim, [1965 - 1975]

Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Serge Libiszewski, Milano

Italo Lupi

A metà anni Sessanta, in tre appena laureati […] facemmo una proposta all’Ufficio Sviluppo de la Rinascente. Avevamo saputo che cercavano un art director e noi, con un po’ di impudenza, ci proponemmo come tre cervelli giovani e fertili, capaci di assumere collettivamente, in tre, quell’incarico che era invece individuale. Dirigeva l’Ufficio Sviluppo un vero intellettuale del calibro di Augusto Morello, uno dei primi seri studiosi di industrial design, che ebbe la rapida intuizione di assumere come consulenti tre inesperti giovani cervelli. Eravamo tre amici: Roberto Orefice coltissimo, problematico, speculativo e in continua ricerca, Mario Bellini, immediatamente dopo, avviato alla sua carriera di trionfi inarrestabili, ed io. Altri tempi: la ricompensa anche se divisa in tre, ci ha permesso di mettere su famiglia e trovare casa. Tutto è partito da lì, anche l’amicizia speciale con Mario Bellini, preludio a future, per me fondamentali collaborazioni

Italo Lupi

Italo Lupi, nato a Cagliari nel 1934, si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano e inizia la propria carriera all’interno dell’Ufficio Sviluppo de la Rinascente, tra il 1960 e il 1962, come consulente grafico, dopo una collaborazione con un maestro d’eccezione: Pier Giacomo Castiglioni.

Si dedica fin da subito all’architettura degli allestimenti, a progetti coordinati di graphic design e di grafica editoriale, divenendo uno dei più importanti designer italiani, noto in tutto il mondo. Sono molti, infatti, i riconoscimenti internazionali ricevuti negli anni, fra i quali due Compassi d’Oro. Proprio riguardo a quest’ultimo, insieme a Mario Bellini progetterà l’allestimento per la VI edizione del Premio Compasso d’Oro nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano, nel 1960.

Dopo l’importante esperienza con la Rinascente, diventa consulente di immagine di IBM Italia e della Triennale di Milano, art director di “Domus” e, dal 1992 al 2007, direttore responsabile e art director della rivista “Abitare”. Collabora con alcuni dei più grandi nomi fra editoria, design, architettura e moda, ideando loghi come quello di Miu Miu e Fiorucci.


Disegna la grafica di grandi mostre e musei, in proficua collaborazione con le architetture di Mario Bellini (Palazzo Grassi, Stupinigi, Triennale di Milano, Museo della Storia di Bologna), Achille Castiglioni (padiglioni RAI e BTicino, Pitti Immagine, XVII Triennale, Museo Correr a Venezia), Guido Canali (mostra sul Settecento presso Palazzo della Pilotta a Parma). Con Migliore e Servetto progetta il Look of the City di Torino per le Olimpiadi 2006 e per le Celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sintetizzate dalla grande installazione luminosa sulla Mole Antonelliana.

1 — Prova grafica per progetto di packaging, 1960-1962

Progetto grafico Italo Lupi

Archivio Italo Lupi, Milano

2 — Progetto di packaging per calze femminili, 1960-1962

Progetto grafico Italo Lupi
Fotografia Cesare Colombo

Archivio Italo Lupi, Milano

3 — Albini-Helg. La Rinascente. Il Progetto di architettura. Disegni e progetto de la Rinascente di Roma, 1982, Volume a cura di Leonardo Fiori, Massimo Prizzon

Progetto grafico Italo Lupi

Archivio Italo Lupi, Milano

Lora Lamm

Nata ad Arosa nel 1928, Lora Lamm è un’illustratrice e grafica svizzera. Ha lavorato negli anni Sessanta per Pirelli e la Rinascente diventando, insieme ad Anita Klinz, una delle pochissime designer grafiche affermate in Italia.

Dopo gli anni formativi trascorsi nella Kunstgewerbeschule a Zurigo, Lamm inizia la carriera professionale lavorando per diverse agenzie. Nel 1953 si stabilisce a Milano. In questo periodo di boom economico, sono molti i designer svizzeri che si trasferiscono in Italia per beneficiare del vivace clima intellettuale e culturale e delle abitudini progressiste che si vanno allora affermando. Tra questi, Xanti Schawinsky, Max Huber, Carlo Vivarelli, Walter Ballmer, Aldo Calabresi e Bruno Monguzzi. Molti di essi lavorano per lo Studio Boggeri, fondato da Antonio Boggeri nel 1933; qui Lora ottiene piccoli incarichi. Poi passa ad occuparsi del packaging per prodotti Motta.

In questo momento storico, talune grandi compagnie e aziende italiane, una fra tutte l’Olivetti, danno impulso allo sviluppo della pubblicità in Italia, offrendo occasione alle migliori menti del settore della grafica e dell’illustrazione di creare immagini e campagne divenute storiche. Come Olivetti, anche Pirelli e la Rinascente istituiscono i loro uffici pubblicità e comunicazione interni. È proprio il compagno di scuola e collega Max Huber a presentare Lora Lamm nel 1954 a la Rinascente. Huber è già un designer affermato, che ha disegnato per il grande magazzino il logo, occupandosi anche dell’immagine coordinata. Lora diviene responsabile della grafica pubblicitaria, elaborando nel tempo, sino ai primi anni Sessanta, una cospicua serie di cataloghi, locandine e manifesti di grande impatto. Il suo stile fresco, immediato e iconico la elevano da subito fra le principali firme del design milanese degli anni ʼ50 e ʼ60. Nel 1956 progetta i materiali promozionali per la mostra di vendita ‘La Rinascente Grandi Manifestazioni. Il Giappone’; Lamm riprende parte dei materiali visivi della mostra e li reinterpreta in un pattern geometrico con i colori tradizionali del Giappone. Questo approccio giocoso e sperimentale diventa un suo tratto caratteristico.

A partire dal 1958, lavora anche per Pirelli, Elizabeth Arden, Olivetti e altri. Nel 1963, infine, la designer rientra a Zurigo come partner presso Frank C. Thiessing e si dedica al packaging e al design di mostre.

Lamm fisserà un gusto preciso attraverso le sue illustrazioni a campiture piene e colori base; le sue creazioni stilizzate, inaspettate, inducono un senso di meraviglia e di coinvolgimento nello spettatore comunicando entusiasmo e spensieratezza. Nel tempo Lamm sperimenta anche interessanti accostamenti di disegno, sua tecnica di riferimento, e fotografia. Ma la sua cifra stilistica, personale e riconoscibilissima, vede protagonista l’illustrazione, con esiti ancora oggi freschi ed efficaci.

1 — Volentieri a scuola, 1956, pieghevole promozionale della serie ‘Nuovi Modi di Vivere’

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

2 — La Rinascente Grandi Manifestazioni. Il Giappone, 1956, manifesto

Progetto grafico Lora Lamm
Art director Amneris Latis

Archivio Amneris Latis, Milano

3 — Festival dell’estate, 1956, copertina del catalogo

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

4 — La moda attuale è la confezione, 1956, catalogo

Fotografia Gerard Haertter

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — La moda attuale è la confezione, 1956 ca., prova grafica per materiale pubblicitario

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

6 — Volentieri a scuola, 1956, cartolina

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

7 — Selezione Moda Autunno-Inverno 1957. La Rinascente, la confezione italiana per signora, 1957, copertina del catalogo

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

8 — Il giardino, la casa di campagna, il terrazzo di città. Una nuova iniziativa la Rinascente, 1957, folder con cartoline sciolte per arredamento lR

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

9 — Il giardino, la casa di campagna, il terrazzo di città. Una nuova iniziativa la Rinascente, 1958, invito alla rassegna di mobili e attrezzi da giardino

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

10 — La Rinascente. Mobili per comporre, 1958, folder con catalogo e listino per arredamento casa

Fotografia Serge Libiszewski
Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

11 — I fiori nella casa lR, 1958, prova di stampa per manifesto

Progetto grafico Lora Lamm;
sul verso dedica ad Aoi Huber Kono

Archivio Max e Aoi Huber, Chiasso

12 — Distensione nella Casa, la Rinascente, 1959, manifesto

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

13 — Tradizione nella Casa. Distensione lR, 1959, manifesto

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

14 / 15 — Perfezionare la casa. La Rinascente, [1960], copertina e pagina del catalogo

Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Italo Lupi, Milano

16 — Nella Casa 1961 per la specializzazione: i contenitori, 1961, catalogo

Progetto grafico Lora Lamm
Fotografia Serge Libiszewski

Archivio Italo Lupi, Milano

18 — La scuola, 1961, pagine interne del catalogo La nuova modernissima Rinascente piazza Fiume

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

19 — La Rinascente. Apertura Roma Piazza Fiume, 1961, manifesto

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Gian Carlo Ortelli, Milano

20 — La nuova modernissima Rinascente piazza Fiume si affianca alla tradizionale simpatica Rinascente piazza Colonna, 1961, catalogo

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Amneris Latis, Milano

Roberto Sambonet

Roberto Sambonet è conosciuto in ambito internazionale sia come pittore che come grafico e designer.

Nel 1930 si trasferisce con la famiglia a Milano. Dopo gli studi classici, si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ritirandosi ben presto per dedicarsi alla pittura. Inizia infatti a frequentare i corsi serali dell’Accademia di Brera e l’ambiente artistico milanese, partecipando a diverse esposizioni. La sua formazione profondamente pittorica trapelerà in ogni sua attività di grafico e di designer.

Nel 1948 si trasferisce in Brasile e vi rimane fino al 1953, immergendosi da subito nella vivace vita artistica e culturale locale, in quel periodo particolarmente intensa. Soprattutto entra in contatto con il MASP (Museo di Arte di San Paolo) e con il direttore nonché fondatore Pietro Maria Bardi. Qui non solo partecipa a una serie di esposizioni e iniziative organizzate al Museo, ma cura anche l’allestimento di mostre ed eventi, realizzando inviti e manifesti, ed esordendo così nel campo della grafica e del design.

Fondamentale per lui è anche il viaggio compiuto a Stoccolma nel 1953, durante il quale scopre il design svedese e si avvicina maggiormente al disegno più legato a una produzione industriale. Grazie all’amico intellettuale e storico Göran Schildt, conosce Alvar Aalto, che diventa per lui un grande amico ma anche il suo grande maestro. Con Schildt intraprende lunghi viaggi nel Mediterraneo a bordo della sua barca, viaggi che si protraggono per oltre trent’anni e che costituiranno un’inesauribile fonte d’ispirazione a cui attingervi per tutti i suoi lavori.

Dopo una serie di viaggi in Europa, nel 1953 torna a Milano, dove trova un ambiente internazionale e artisticamente cosmopolita. Apre il proprio studio di grafica e design e inizia a lavorare per l’azienda di famiglia, la Sambonet S.p.A., in qualità di art director, designer e grafico, riorganizzando in seguito l’intera immagine aziendale.

Nel 1954 tramite Max Huber inizia la sua lunga e stimolante collaborazione con la Rinascente, durata quindici anni, curando l’allestimento di vetrine e di sfilate di moda, le campagne pubblicitarie, comprese quelle destinate a quotidiani e riviste, l’organizzazione e l’allestimento di diverse mostre merceologiche e manifestazioni, come ‘Natale-Idea’ e ‘Casa’, realizzando in particolare per quest’ultima il simbolo della chiocciola. Insieme all’architetto Gian Carlo Ortelli e a Gianni Bordoli, capo Ufficio Pubblicità, cura le Grandi Manifestazioni lR dedicate all’India (1959) e all’Indios (1964), per le quali non solo si occupa dell’allestimento e del progetto grafico dei cataloghi, ma anche di scovare oggetti caratteristici da esporre, visitando i diversi Paesi nel mondo.

Nel 1956 riceve il Premio Compasso d’Oro per la progettazione del “Piatto tondo-ovale” prodotto dall’azienda Sambonet, il primo di una lunga serie di riconoscimenti ufficiali.

1 — Ben arrivati a Milano per la XXXV Fiera, 1956, manifesto

Progetto grafico Roberto Sambonet

Archivio pittorico Roberto Sambonet, Milano

2 — Bene arrivati a Milano per la XXXIV Fiera, 1956, Manifesto

Progetto grafico Roberto Sambonet

CASVA Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Milano

3 — La Rinascente, 1956, poster

Progetto grafico Roberto Sambonet

Archivio Amneris Latis, Milano

4 — La Rinascente: rassegna di modelli per l’estate 1956, presentazione e listino degli abiti ElleErre in sfilata presso il Teatro Manzoni, Milano

Progetto grafico Roberto Sambonet

Archivio Amneris Latis, Milano

5 — Fiori a Brera, 1956, manifesto

Progetto grafico Roberto Sambonet

CASVA Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Milano

6 / 7 / 8 / 9 / 10 / 11 / 12 / 13 — Campanili di Milano, 1956, folder con litografie, omaggio de la Rinascente

Progetto grafico Lora Lamm

Archivio Gian Carlo Ortelli, Milano

14 — Buone Vacanze, 1958, manifesto

Progetto grafico Roberto Sambonet

Archivio pittorico Roberto Sambonet, Milano

15 — Simbolo per la manifestazione ‘Casa della Rinascente’, 1959

Progetto grafico Roberto Sambonet

CASVA Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Milano

Ornella Noorda

Ornella Noorda si laurea in scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera con l’artista scultore Marino Marini e con Alik Cavaliere. Tra le sue opere si ricordano le sculture realizzate per la mostra a Villa Olmo, Como e per la galleria de “Il Milione”, Milano, grazie alle quali viene premiata al Quirinale dal presidente della Repubblica Antonio Segni.

Nel 1959 inizia la sua collaborazione con la Rinascente, nello specifico come consulente esterna dell’ufficio design in stretto contatto con Augusto Morello e Amneris Latis. Realizza oggetti esclusivi per alcune particolari manifestazioni quali ‘Natale Idea’, ‘Casa Idea’, ‘l’ Ufficio’ e ‘La Caccia’.

Specializzandosi nei tessili, crea coordinati per la tavola, come tovaglie, e coordinati per la camera da letto: cuscini, lenzuola, coperte, trapunte, tappeti e tessuti d’arredo.

«Nel 1960, ero in attesa del mio primo figlio, quindi mi ero ispirata molto al tema del bambino; in particolare ricordo una vetrina, la prima a sinistra, sotto il porticato della filiale Rinascente Duomo, dove erano esposti su fili tesi, quasi a ricordare fili per stendere il bucato ad asciugare, lenzuola, tovaglie e bavaglini, che avevo realizzato in esclusiva per la Rinascente, tutti sul tema della mela tagliata e la mela intera, un disegno particolare che avevo utilizzato molto».

Le creazioni che Ornella Noorda ricorda in particolare sono: Autunno Le Mele (serie di lenzuola per bambini, tovaglie e set all’americana in confezione regalo), Numeri (serie di cuscini, pannelli decorativi in tessuto e arazzi ma anche foulard e tovaglie in diverse colorazioni) e Amori (idee regalo, gadget, foulard e tessili vari legati a una delle grafiche più importanti di Ornella Noorda, basate sul tema dell’amore legate a uno specifico soggetto: il cuore).

Nel 1966 viene realizzata la prima edizione del libro Amori, raccolta grafica sul tema del cuore con didascalie in tre lingue; i disegni originali vengono esposti al MoMA di New York. Sempre in campo tessile, in esclusiva per la Rinascente, progetta una serie di tappeti quadrati (dimensioni 2x2 metri) ispirati ai mosaici di piastrelle, realizzati da una ditta di Vienna, che ripropongono motivi geometrici; utilizzabili singolarmente ma anche accostati, questi sono in grado di creare disegni sorprendenti. “Vogue” dedica a questo progetto un servizio realizzato nello studio Unimark, con scatti fotografici di Ugo Mulas.

Non solo gadget e tessili ma anche mobili, come un tavolo realizzato in occasione della manifestazione ‘Natale Idea’, in plexiglass e dalle linee moderne e pulite, che le porta notevole successo.

«Avevo realizzato un coordinato per ‘Natale Idea’ composto da un grosso tavolo, formato da una serie di tavoli singoli avvicinati, apparecchiato con un set all’americana trasparente, piatti piani e fondi, serie di bicchieri in plexiglass e porta candele centrale. Mi ero recata pochi giorni prima di Natale al piano dove era stato creato l’allestimento, ma lo spazio era vuoto perché era stato sottratto per le serate natalizie di casa Borletti».

Ornella Noorda studia i vari tipi di materiali specializzandosi nei derivati delle materie plastiche introdotti negli anni ʼ60. Realizza oggetti semplici, simpatici e divertenti per l’uso quotidiano, ma con un forte design, sperimentando e creando materie plastiche colorate. Per la manifestazione ‘l’Ufficio’ realizza una serie di oggetti coordinati tra loro: porta penne, righelli, porta documenti, fermacarte e uno speciale blocco note formato da una base e un supporto in plexiglass a cui viene fissato un rotolo di carta per scontrini.

Continua l’intensa collaborazione con Guzzini, azienda esperta nella lavorazione delle materie plastiche, creando oggetti di design per la casa, la tavola e la cucina. In particolare disegna una serie di vassoi e contenitori impilabili e nel 1968 riceve il 1° premio Macef.

La collaborazione con la Rinascente termina nel 1970.

1 — Ornella Noorda, Papavero, 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

2 — Ornella Noorda, Maccheroni di Napoli, 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

3 — Ornella Noorda, Maccheroni di Napoli, 1959-1969, Oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

4 — Ornella Noorda, Maccheroni di Napoli, 1959-1969, Oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

5 — Ornella Noorda, Posate, 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

6 — Ornella Noorda, [Pesce], 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

7 — Ornella Noorda, Peonia. Voluttà, 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili e accessori per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

8 — Ornella Noorda, Autunno Le Mele, 1959-1969, Progetto grafico per oggetti tessili per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

9 — Ornella Noorda, Amori, 1959-1969, Tessili per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

10 — Ornella Noorda, Auguri, 1959-1969, Progetto di packaging della serie “Amori”, realizzato per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

11 — Ornella Noorda, Tavola Mulino, 1959-1969, Pannello decorativo in tessuto, realizzato per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

12 — Ornella Noorda, Numeri, 1959-1969, Tessili per la casa, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

13 — Ornella Noorda, Auguri, 1967ca., Biglietti in cartoncino della serie “Amori”, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

14 — Ornella Noorda, Castello dei sogni, 1967ca., Carte per gioco a incastro della serie “Amori”, realizzati per la Rinascente

Archivio Ornella Noorda, Milano

Helmut Newton
Oliviero Toscani

1 — Viaggio di moda, 1968, catalogo pubblicitario

Fotografia Helmut Newton
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Serge Libiszewski, Milano

2 — Nostalgia di moda, catalogo moda

Fotografia Oliviero Toscani
Progetto grafico Salvatore Gregorietti
Art director Adriana Botti Monti

Archivio Salvatore Gregorietti, Milano