Verso il
compasso d'oro
Il coinvolgimento di la Rinascente nelle vicende del design non è episodico. Esso si struttura a partire dalla fine degli anni Venti, quando il design esordisce in Italia in forme ancora timide e sperimentali, ma attivamente partecipe, insieme con l’architettura, di quel movimento europeo che interpretava le attività progettuali in chiave razionalista e moderna e di cui Milano era uno degli epicentri più vitali.
Attraverso la figura dell’architetto e designer Gio Ponti (uno dei principali interlocutori del grande magazzino fino agli anni Sessanta), la Rinascente espone alla terza edizione della Biennale di Arti Decorative di Monza nel 1927. Per questa occasione Ponti ed Emilio Lancia, con la collaborazione del pittore Giulio Rosso per la decorazione di pareti e vetrate eseguite da Pietro Chiesa jr, realizzano Domus Nova, una collezione di mobili per la casa. Il progetto è ambizioso e nello spirito dei tempi: fornire soluzioni di arredo per la casa contemporanea (“Gli arredamenti moderni de la Rinascente”). Si tratta di mobili improntati a un gusto neoclassico, in linea con la ricerca pontiana del periodo, ma al contempo nuovi per la libertà compositiva che suggeriscono. Una proposta per una clientela medio-borghese (seimila lire circa la spesa totale) che si componeva, così come nella definizione del periodo, di quattro ambienti: una sala di famiglia, una sala da pranzo, una camera matrimoniale e una camera da signorina. Negli ambienti sono presenti ceramiche Ginori e vetri di Venini.
All’edizione successiva della biennale monzese, nel 1930, la Rinascente con gli stessi architetti è presente con la Casa per le vacanze, allestita insieme alla Società De Angeli Frua. Costruita in muratura e improntata ancora a quello stile neoclassico diffuso dell’epoca, è pensata per assecondare le esigenze di “una equilibrata estetica moderna e seguendo criteri precisi di comodità e praticità”, e rappresenta una proposta per una villetta di campagna, ispirata al cottage inglese e arredata con i mobili Domus Nova.
Nell'immediato dopoguerra sempre Ponti viene incaricato di seguire la direzione artistica di un progetto di la Rinascente studiato per portare il prodotto artigianale di qualità italiano fuori dal paese. L'associazione è l'APEM (Artigianato produzione esportazione Milano) creata per assistere gli artigiani italiani nella vendita e promozione all’estero. Il presidente è Attilio Scaglia che rappresenta l’APEM anche al Convegno delle arti decorative e industriali moderne tenutosi nel 1947 alla VIII Triennale di Milano. Nella stessa occasione, nella mostra Oggetti per la casa, sono esposti una serie di pezzi della ditta, che includono anche ceramiche di artisti come Fausto Melotti.
Questa edizione della Triennale ospita due mostre fondamentali, una di Giuseppe Pagano sullo standard e una sugli apparecchi radio. Le problematiche della produzione industriale emergono finalmente in tutte le loro sfaccettature – tecnologiche, estetiche, distributive –, in attesa che la società e il mercato siano pronti ad accogliere i nuovi prodotti industriali di qualità, come comincerà ad avvenire di lì a poco negli anni del miracolo economico.
Il 1954 rappresenta una data strategica in Italia per l’affermazione del disegno industriale. Con la nascita di “Stile Industria”, la prima rivista dedicata interamente al design e diretta da Rosselli, e l’organizzazione a Milano del Convegno internazionale sul design all’interno della X Triennale, vede la luce anche la prima edizione del premio Compasso d’Oro istituito da la Rinascente. Il premio conferito ai prodotti dal miglior design, nasce da un’idea di Gio Ponti e Alberto Rosselli, fortemente sostenuta da Borletti e Brustio. Il marchio del Compasso d’Oro è di Albe Steiner che suggerisce anche il nome per il premio. I prodotti vengono esposti al Circolo della Stampa, presso palazzo Serbelloni, in Corso Venezia a Milano, mentre la mostra dei soli progetti vincitori, allestita da Carlo Pagani e Giancarlo Ortelli, trova spazio presso la X Triennale. Nella stessa edizione la Rinascente è presente con alcuni prodotti nella sezione della Mostra dello standard.
- Il premio Compasso d'Oro assegnato ai produttori nella sua scatola. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Bruno Munari, scimmietta Zizì, Pi Gomma (Pirelli), 1953. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Carlo Pagani, Giancarlo Ortelli, mostra dei vincitori del primo Compasso d'Oro allestita presso la X Triennale. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Gli oggetti da selezionare per il premio nei locali di via Carducci, in una proprietà della Rinascente. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
Alla seconda edizione 280 aziende presentano 1300 oggetti candidati al premio, sintomo di un grande successo dell’iniziativa e del fermento progettuale e produttivo che iniziava a percorrere le imprese italiane. L’esposizione dei prodotti si tiene nuovamente presso palazzo Serbelloni. Del 1955 anche l’istituzione del Gran Premio Nazionale, assegnato quell’anno ad Adriano Olivetti e di uno Internazionale, consegnato al designer Marcel Breuer. La Rinascente inaugura in questa occasione una serie di monografie dedicate ai progettisti vincitori dei Gran premi.
Dal 1955 ha inizio anche un importante ciclo di mostre dedicate ai paesi stranieri (il primo la Spagna) che il grande magazzino organizzerà periodicamente fino al 1964.
- Adriano Olivetti riceve il primo Gran Premio Nazionale nel 1955. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Documento che attesta il conferimento del premio a Olivetti. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Alcune viste dell'allestimento della mostra presso il Circolo della Stampa, Palazzo Serbelloni a Milano. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Il designer Marcel Breuer premiato con il Gran Premio Internazionale. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Documento che attesta il conferimento del premio a Marcel Breuer. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
La terza edizione del premio si segnala per l’“orientamento tipicamente italiano di alcuni settori della produzione, come ad esempio quello delle materie plastiche” o degli elettrodomestici, campi nei quali negli anni successivi si esprimerà al meglio il design italiano. La mostra dei prodotti si tiene al Palazzo Serbelloni. Il Gran Premio Nazionale viene conferito a Gio Ponti e quello Internazionale al MoMA, Museum of Modern Art, di New York, per entrambi verrà editata una monografia, pubblicata nel 1958, con grafica di Lora Lamm. Quell’anno in giuria si affiancheranno a Borletti, Brustio e Rosselli, Franco Albini e Pergiacomo Castiglioni.
- Esposizione dei prodotti a Palazzo Serbelloni. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Doppia pagina del catalogo del III Compasso d'Oro con gli articoli per toeletta premiati, design di Max Bill. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Biglietti augurali La Rinascente Compasso d'Oro per il Natale 1956, disegni e grafica di Roberto Sambonet. Milano, Archivio Italo Lupi.
- Esposizione dei prodotti a Palazzo Serbelloni. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
Edizione interlocutoria, in cui emerge una delle caratteristiche strutturali del design italiano, continuamente oscillante fra un artigianato di alta qualità e una media e piccola industria orientata a “realizzare forme caratteristicamente artigianali con processi di fabbricazione tipicamente industriali, ciò che conduce a soluzioni ibride sul piano culturale e prevedibilmente carenti dal punto di vista economico”.
Sono ancora Bruno Munari e Giancarlo Ortelli a firmare l’allestimento della IV edizione del premio presso l'XI Triennale. Pinin Farina vince il Gran Premio Nazionale mentre quello Internazionale viene conferito a Kay Frank.
- Bruno Munari e Giancarlo Ortelli, allestimento della IV edizione all'XI Triennale. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- La mostra dei prodotti con in primo piano i contenitori in plastica di Gino Colombini per Kartell. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- Pinin Farina insignito del Gran Premio Nazionale. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
All’architetto Franco Albini viene conferito il Gran Premio Nazionale Compasso d’Oro, con una cerimonia presso il Circolo de la Rinascente in via Durini 24, mentre il Gran premio Internazionale viene assegnato al magazzino Dan Permanente di Copenaghen, che Rinascente nei primi anni Cinquanta contatta per sviluppare dei mobili avviando anche la vendita nel nostro paese di arredi in stile scandinavo. Le mostre dei vincitori del Compasso d'Oro delle edizioni dal 1954 al 1957 sono esposte all’Expo internazionale di Bruxelles, dove Tomás Maldonado, che negli anni Sessanta guiderà una compagine di designer e grafici per il rinnovamento dell’immagine di Rinascente e Upim, tiene la famosa conferenza su Le nuove prospettive industriali e la formazione del designer.
- Copertina e pagine interne della pubblicazione curata da Rinascente per il magazzino Dan Permanente di Copenaghen vincitore del Gran premio Internazionale. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
- L’architetto Franco Albini insignito del Gran Premio Nazionale presso il Circolo de la Rinascente in via Durini. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
Il 1959 vede il passaggio di consegne all’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) fondata nel 1956, a cui Rinascente delega i compiti organizzativi, pur continuando a occuparsi del premio fino all’edizione del 1964. In giuria per il grande magazzino è presente Augusto Morello, dal 1955 responsabile dell’ufficio marketing e sviluppo. La mostra dei prodotti si tiene alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Nonostante alla selezione si siano presentati 220 artigiani e industriali con 1200 prodotti, la giuria non ritiene di poter conferire il Compasso d’Oro e la segnalazione d’onore, segno di una realtà in trasformazione, che richiede già un rinnovamento nei criteri di selezione e una migliore definizione delle merceologie.
- Passaggio di consegne all’ADI al Museo della Scienza e della Tecnica (da sinistra: Giulio Castelli, Augusto Morello, Livio Castiglioni, Enrico Peressutti, Vico Magistretti). Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro. Architetti Monti G.P.A., allestimento dell'esposizione dei prodotti alla Galleria d’Arte Moderna di Milano. Milano, Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro.
I premi degli anni Sessanta
Dopo il passaggio di consegne da Rinascente ad ADI, avvenuto nel corso del 1959, quest'ultima ha in carico l'intera organizzazione e curatela del premio Compasso d'Oro.
Nell’edizione di quell’anno, la giuria decide di non assegnare nessun premio, suscitando un dibattito che coinvolge critici, progettisti, imprenditori. In realtà era questo il sintomo che il profilo stesso del premio non era più sufficiente a contenere la crescita e l’articolazione che caratterizzavano il design in quel momento. Attraverso una revisione del bando di concorso, si ha un allargamento delle merceologie candidate alla selezione, che oltre ad arredamento, oggettistica, tessili, packaging si apre a uno spettro più ampio che include strumenti di lavoro e produzione, mezzi di trasporto, oggetti tecnici, in linea con una definizione più ampia degli ambiti di interesse della produzione di disegno industriale.
Il disimpegno di Rinascente dal premio non è immediato e la co-partecipazione del grande magazzino all’iniziativa si protrae fino al 1964.
La sesta edizione del premio, nel 1960, si tiene nella cornice della Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale; dell'anno successivo è il Gran premio Compasso d'Oro assegnato all’azienda tedesca Braun.
Nel 1962 i nove i compassi assegnati sono presentati in una mostra allestita da Bruno Munari presso il Circolo de la Rinascente in via Durini. La rivista aziendale “Cronache” di quell’anno riporta ampiamente l'attenzione sulla qualità e l'estetica dei prodotti Braun premiati.
Nell’edizione del 1967, la nona dalla nascita del premio, i prodotti vincitori sono allestiti da Bob Noorda in una vetrina della sede di piazza Duomo. In più, a coronamento di una decina d'anni di impegno nel campo del design, sarà proprio la Rinascente a ottenere un riconoscimento con il premio per il settore promozione e organizzazione del design, con la seguente motivazione: “La Commissione assegna il premio a La Rinascente S.p.A. per l’opera svolta da questa Società nella promozione del design in Italia, di cui la maggior espressione fu l’istituzione del Premio ‘Compasso d’oro’ fondato da La Rinascente nel 1954 e la gestione dello stesso fino all’edizione del 1964, e sottolinea la continua opera di valorizzazione del design italiano svolta dalla Società attraverso numerose manifestazioni di design italiano organizzate sia in Italia che all’estero”.